Un po’ per una passione personale, un po’ per un tributo, a mio parere dovuto, ad un’attività conosciuta in tutto il mondo che dà lustro alla città di Pistoia, vi racconto del mio incontro con l’amico Luigi Tronci, titolare della UFIP insieme al socio Alberto Biasei.
“Music of my first love and it will be my last, music of the future and music of the past”
John Miles.
In realtà è passato un po’ di tempo da questo bell’incontro che, mio malgrado e per priorità editoriali, avevo parcheggiato in un angolino del mio cuore, ma finalmente oggi ho trovato la strada giusta per potervene parlare.
UFIP: un secolo di musica
Per chi non sapesse cos’è la UFIP, si tratta di un’azienda pistoiese, l’unica in Italia, che da quasi un secolo produce piatti musicali e strumenti a percussione per i più importanti musicisti del mondo.
Proprio a Pistoia, sì, avete capito bene.
Luigi Tronci è un amico di famiglia, per cui chiamarlo e fissare un incontro con lui per visitare la fabbrica e farmi raccontare un po’ di cose, è stato facile.
Quando arrivo, nell’ attesa di incontrarlo, faccio un tour fotografico nell’ingresso e nella fonderia, affascinata da tanto vissuto, tanta maestria e tanta passione.
Le pareti sono tappezzate di foto storiche di cantanti e band musicali, italiani e stranieri e di fianco, in una gabina, i batteristi possono provare i piatti e scegliere quelli che sono loro più congeniali.
Immaginate l’emozione?
In fabbrica gli artigiani mi spiegano i processi di lavorazione. Ogni giorno escono 300/350 piatti. Sono in bronzo, una lega tra rame e stagno. Ci sono stampi di ghisa sferoidale, positivi e negativi. Tramite una fusione, il metallo liquido è versato negli stampi dai quali nascono i piatti musicali.
Successivamente passano da altre fasi come la tornitura e la battitura, che li rende atti all’uso e dà loro quell’elasticità necessaria per una resa sonora di altissimo livello. A piatto finito, ci vuole un mese di riposo, nella stanza di stagionatura, prima che suoni davvero al massimo della sua potenzialità.
Questo sistema di fusione a centrifuga denominato “Rotocasting”, e il processo di lavorazione che ne segue, è totalmente Made in Italy, mi dicono, e tramite questa unicità permette una propagazione ottimale delle onde sonore lungo la superficie del piatto, con una resa sonora senza uguali.
Non c’è niente da fare, siamo italiani. Siamo il gusto, siamo l’arte, l’inventiva e la manualità migliore al mondo!
Fatto a mano, Made in Tuscany, se non è eccellenza toscana questa, cos’altro?
UFIP: eccellenza Made in Tuscany
Quando arriva Luigi ci spostiamo negli uffici al piano di sopra, dove campane, piatti e cimbali fanno da cornice a una stanza che è pari ad un museo.
Chiaccherando, Luigi mi mostra documenti storici e commesse risalenti agli inizi del Novecento provenienti da tutto il mondo e mi racconta che la UFIP, Unione Fabbricanti Italiani di Piatti, nasce nel 1931 . Allora erano cinque aziende locali che producevano strumenti musicali e, per non farsi concorrenza l’un l’altra, dettero vita ad una cooperativa, consorziandosi nella UFIP. Loro svolgevano un ruolo di carattere commerciale e si occupavano di collocare sul mercato musicale gli strumenti prodotti dalle altre aziende.
Successivamente nel 1968 la UFIP diventò Srl di Tronci e Biasei.
Mentre parliamo, passano a salutarci nell’ordine il figlio Damiano che non conoscevo e che si occupa attivamente del processo di lavorazioe, e Claudio Arfinengo, il batterista di Finardi, perchè qui gli artisti arrivano per provare e scegliere i piatti, e poi vanno in negozio a comprare direttamente, senza perder tempo, quello che hanno già testato.
Zucchero, Elisa, Laura Pausini, Gigi d’Alessio, Fabio Concato, Cocciante, Branduardi, Matia Bazar, Ricchi e Poveri, Tullio de Piscopo, Ligabue, Bertè, Simple Mind, Gino Paoli, Negramaro, Red Hot Chili Pepper, Paolo Conte, Caparezza, Afterhours e molti altri… “Un vero peccato pensare a tutti i personaggi che son passati di qui, arrivati e partiti, senza che nessuno se ne sia accorto, senza che la città se li sia goduti“, mi dice Luigi.
Perchè a Pistoia la musica non è solo a luglio con il Blues. Pistoia è una forte realtà nel panorama della musica italiana e non.
E’ la UFIP, sono artisti locali, sono diversi studi di registrazione presenti in città che durante tutto l’anno portano musicisti, compositori, interpreti e band che passano di qui, senza che nessuno ne sappia qualcosa, senza che nessuno possa in qualche modo goderne.
Sarebbe una manna dal cielo, per Pistoia e tutta la provincia, approfittare di questo per farli esibire o per programmare qualche evento futuro.
Prima di salutarci Luigi mi parla brevemente della Fondazione Tronci che spesso sponsorizza manifestazioni culturali locali e di cui lui è presidente.
E’ nata nel 2006 per far conoscere gli strumenti musicali prodotti a Pistoia insieme ad una raccolta di strumenti provenienti da tutto il mondo nel settore della percussione, ma l’argomento gli sembra così vasto che mi dice di tornare e che ne parleremo la prossima volta.
Leggendo i saluti calorosi lasciati a Luigi dai più famosi interpreti e musicisti, italiani e non, penso a quanto il senso dell’ospitalità sia parte integrante dell’essere pistoiese.
Un’accoglienza semplice, familiare, amichevole, di quelle che ti riempiono il cuore, che vorresti abbracciare e che ti fanno venire la voglia di tornare o non partire più.
Grazie Gigi, ti sono grata per ogni momento che mi hai dedicato.
Un caro saluto e un abbraccio.
Photo Credit Author Michela Niccoli
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